Il Reining è una disciplina dell’equitazione americana ed è la base di tutte le discipline western elevata ai massimi livelli, in cui si ricerca la perfetta sintonia tra cavallo e cavaliere. Il termine “Reining” deriva dal verbo to rein, ossia “guidare fra le redini”: il cavaliere deve guidare il cavallo in figure (dette manovre).
Trae le sue origini dal lavoro con il bestiame svolto dai cowboy che utilizzavano i cavalli per radunare, muovere e contenere le mandrie di bovini nelle vaste praterie. I cavalli dovevano essere agili, atletici, docili e veloci e rispondere repentinamente ai comandi impartiti dai cavalieri tramite le redini: avanzamenti veloci del cavallo per bloccare la vacca in fuga, arresti repentini e inversioni del senso di marcia. Con il passare degli anni i cowboy, orgogliosi dei loro cavalli ben addestrati e pronti al lavoro, iniziarono a cimentarsi in competizioni che consistevano in una serie di manovre, tra cui sliding stop e giravolte (spin).
Queste esibizioni costituirono le fondamenta dello sport omonimo. Nel Reining, le manovre sono estremizzate e rese spettacolari, ma senza perdere in precisione, scioltezza, classe e soprattutto spontaneità. Il Reining è oggi una disciplina equestre che ha una posizione di rilievo nell’ambito dell’equitazione internazionale: nelle arene di tutto il mondo si svolgono gare di Reining e centinaia di cavalli e cavalieri, di ogni livello tecnico, hanno modo di esibirsi e dare dimostrazione della propria abilità.
Fin dall’inizio del nuovo secolo in cui è entrata a far parte del contesto FEI – Federazione Equestre Internazionale – la disciplina del Reining rafforza il medagliere FISE – Federazione Italiana Sport Equestri – e CONI – Comitato Olimpico Nazionale Italiano – con medaglie d’oro, d’argento e bronzo sia nelle competizioni individuali che in quelle a squadre. Ad esempio l’ultima edizione dei World Equestrian Games del 2010 in Kentucky ha visto la squadra italiana salire sul podio mentre agli Europei del 2012 si è aggiudicata il gradino più alto a squadre oltre che all’oro e all’argento nelle individuali. I prossimi mondiali si svolgeranno questa estate in Normandia (Francia).
Il Reining è, a torto o a ragione, definito spesso come il dressage della monta western. L’accostamento dressage-Reining deriva forse dal fatto che entrambe le discipline si basano su movimenti obbligatori (figure-manovre) da eseguire secondo un certo ordine (ripresa di dressage – pattern), valutate da giudici che assegnano i punteggi alle singole manovre e all’insieme. Le manovre di un pattern di Reining sono la stilizzazione dei rapidi movimenti e delle continue inversioni di marcia, stop e turnaround (giri su sé stessi a trecentosessanta gradi) compiuti dai cavalli dei ranch per radunare e lavorare la mandria.
Il percorso comprende cerchi grandi e piccoli a diversa velocità, cambi di galoppo al volo, spin – appunto una serie di “piroette” eseguite dal cavallo facendo perno su un arto posteriore e incrociando gli anteriori – back, rollback e sliding stop. Quest’ultima è la figura simbolo della specialità: al cavallo, lanciato al galoppo in dirittura lungo uno dei lati lunghi dell’arena, viene chiesto uno stop immediato. Agevolato da una propensione naturale e da un’apposita ferratura dei posteriori (i ferri particolarmente lisci creati dai maestri maniscalchi statunitensi per il Reining si chiamano appunto “slider”), il cavallo blocca le gambe posteriori portandole decisamente sotto di sé e continua a camminare con gli anteriori.
Il risultato è una lunga e spettacolare scivolata, lo slide, che culminerà in una rapida inversione di marcia, tramite un back (camminata veloce all’indietro per alcuni metri) o un rollback: dalla posizione raccolta dello sliding stop, il cavallo fa perno sui posteriori e sposta le spalle compiendo una rotazione di 180°, per poi riprendere a galoppare nel verso opposto dal quale era venuto. Il Reining moderno esige che tutto il “go” (così viene chiamato lo show di un binomio) sia armonicamente collegato, che nella successione delle diverse manovre non vi siano spiacevoli e prolungate esitazioni o interventi bruschi sul cavallo. Il “disegno” tracciato dal binomio sul fondo gara deve risultare simmetrico e privo di sbavature. Le redini vengono utilizzate impercettibilmente e solo appoggiandole sul collo: non deve avvenire contatto con la bocca del cavallo, che risulterà assolutamente libera. Gli ordini da parte del cavaliere vengono comunicati principalmente tramite assetto e gamba. E’ inoltre tassativo per ottenere un buon punteggio, che il cavallo si dimostri volonteroso, allegro e sereno, l’incollatura portata in atteggiamento totalmente naturale, l’andatura rilassata ed elegante. Soprattutto è necessario che rimanga in ogni istante perfettamente sotto controllo: è questa l’essenza basilare del Reining. Le manovre sono essenzialmente effettuate al galoppo e devono dimostrare energia, precisione e disponibilità del cavallo a fronte di minimi interventi del cavaliere.
“Montare un cavallo da Reining non significa solamente guidarlo, ma controllare ogni suo movimento. Il miglior cavallo da Reining deve essere guidato o controllato senza che opponga la minima resistenza. Qualsiasi movimento compiuto dal cavallo di sua iniziativa deve essere considerato mancanza di controllo. Ogni deviazione dal pattern deve essere considerata come una mancanza o perdita temporanea di controllo e quindi penalizza a seconda della gravità della deviazione. Saranno valutati ed apprezzati dal giudice la fluidità dei movimenti, la finezza, l’attitudine, al velocità e l’autorità nello svolgere le varie manovre, oltre al controllo della velocità, fattore che aumenta il grado di difficoltà e lo rende più piacevole a vedersi.”